Severance: quando andare in terapia costa meno che separarsi dal lavoro.
- Noemi Bonacina
- 5 set
- Tempo di lettura: 4 min

1. Apple TV si avvicina alla psicologia del lavoro:
Severance, serie TV firmata Ben Stiller, racconta forse il sogno proibito di ogni impiegato che ha mai desiderato lasciare i problemi dell'ufficio... letteralmente nell'ufficio. Formata, per ora, da due stagioni, l’opera di Apple TV ha fatto incetta di premi e di recensioni entusiaste. Dagli attori, alla scrittura, fino ad arrivare alla complessiva cura per l’estetica visiva di ogni puntata, Severance può entrare senza problemi nella categoria “serie tv dell’anno”.
Immaginate di poter letteralmente lasciare tutti i vostri problemi lavorativi in ufficio. Non metaforicamente, come fanno quei colleghi zen che "staccano davvero" alle 18:00 (bugiardi), ma proprio fisicamente. Niente più incubi notturni su deadline impossibili, niente più ansia domenicale, niente più voglia di lanciare il computer dalla finestra ogni volta che si apre Outlook.
I protagonisti, infatti, lavorano in un piano ben preciso della Lumon Industries: il piano “Severance”, che in italiano viene tradotto “Scissione”.
Il procedimento della “Scissione” consiste in una vera e propria divisione della personalità, della memoria e dell’identità stessa dell’impiegato. Ciò che succede al di fuori della Lumon rimane all’esterno: emozioni, ricordi, cognizioni. Le persone che lavorano nella sezione della “Scissione” non sono le stesse che escono alla fine di ogni turno. O meglio, sono le stesse persone fisiche, gli stessi rivestimenti corporei. Ma le coscienze sono due, i ricordi e le personalità sono due diverse entità.
Se anche solo questo concetto ti sta confondendo, beh, aspetta di iniziare a vedere la serie.
Potremmo descrivere il concetto di Severance come una modalità estrema di mantenere una work-life balance equilibrata. Non so se può essere definita sana, ma in ogni caso è una soluzione.
2. Adam Scott: il volto perfetto dell'alienazione moderna
Se c'è una cosa che Adam Scott sa fare alla perfezione, è interpretare uomini in crisi esistenziale mantenendo un fascino sottile e vagamente autoironico. Dopo averci fatto innamorare del dolce Ben Wyatt in Parks and Recreation (team Ben forever, sorry Leslie), qui ci regala un Mark S. che è tutto l'opposto: vulnerabile senza essere patetico, confuso senza essere stupido, alienato senza perdere quella scintilla di umanità che lo rende inspiegabilmente attraente.
La vera genialità di Scott sta nel riuscire a creare due personaggi distinti nello stesso corpo. Il Mark "inside" – quello che vive solo nell'ufficio della Lumon – è come un bambino curioso intrappolato nel corpo di un adulto che non ricorda cosa significhi esistere al di fuori di quelle quattro mura sterili. È toccante e disturbante allo stesso tempo, un po' come guardare un cucciolo in una gabbia dorata.
Il Mark "outside" invece porta il peso di un lutto che non sappiamo ancora decifrare completamente, ma che Adam Scott riesce a far trapelare attraverso sguardi stanchi e sorrisi che non arrivano mai agli occhi. Due metà di un uomo spezzato che forse, insieme, potrebbero formare una persona intera. O forse no.
3. Mark e Holly: quando l'amore nasce in open space
E poi c'è lei. Helly R., interpretata da una Britt Lower che riesce a essere contemporaneamente dolce e determinata, fragile e rivoluzionaria. La relazione tra Mark e Helly è probabilmente una delle cose più romantiche e distorte che la televisione ci abbia regalato negli ultimi anni. E lo dice una che ha più ship seriali che relazioni reali.
Pensateci: due persone che si innamorano conoscendosi solo attraverso le loro "versioni lavorative", senza ricordi, senza passato, senza tutto quel bagaglio emotivo che di solito rende le relazioni complicate. È l'amore ridotto alla sua essenza più pura, spogliato di ogni sovrastruttura sociale. E al tempo stesso è completamente artificiale, perché chi sono davvero Mark e Helly al di fuori di quell'ufficio?
La serie usa questa relazione per farci una domanda scomoda: quanto di noi è autentico e quanto è solo il risultato delle nostre esperienze passate? Mark ed Helly si amano per quello che sono o per quello che non ricordano di essere stati?
C'è qualcosa di tragicamente bello nel vederli innamorarsi in un ambiente così asettico, circondati da motivational poster degni del peggior team building aziendale. È come se l'amore trovasse sempre un modo per sbocciare, anche nel posto più improbabile del mondo. O forse è proprio questo il punto: l'amore è così potente che sopravvive anche alla lobotomia emotiva.
4. La disillusa riflessione finale
Severance è una di quelle serie che ti fa ridere e poi ti lascia sveglio la notte a fissare il soffitto, chiedendoti quanto della tua vita stai già "separando" senza bisogno di chirurgia cerebrale. Quante volte fingiamo di essere persone diverse in contesti diversi? Quanto di noi lasciamo fuori dalla porta dell'ufficio ogni mattina?
La genialità della serie sta nel prendere una metafora e renderla letterale, trasformando l'alienazione lavorativa moderna in una distopia che non sembra poi così impossibile. In un mondo dove già controlliamo ossessivamente quanto tempo passiamo sui social, dove le aziende monitorano la nostra produttività in tempo reale, l'idea di "separare" completamente lavoro e vita privata non sembra più fantascienza, ma quasi un'evoluzione naturale.
Mark ha la fortuna (o la sfortuna) di non ricordare quanto odia il lunedì mattina. Noi, invece, dobbiamo ancora fare i conti con la sveglia delle 7:00 e la consapevolezza che, volenti o nolenti, siamo sempre noi stessi. Anche quando preferiremmo non esserlo.
Severance ci ricorda che forse la vera prigione non sono le quattro mura dell'ufficio, ma la nostra incapacità di accettare che lavoro e vita sono parte della stessa, complicata, meravigliosa esistenza. E che separarle completamente potrebbe costarci proprio quello che ci rende umani: la capacità di crescere, di cambiare, di innamorarci di qualcuno che ci conosce davvero.
Anche nei suoi difetti.
Avete visto questa serie TV? Le prime due stagioni sono disponibili su Apple TV. Io sto già aspettando con trepidazione la terza! Nel frattempo, voi lo fareste? Vi sottoporreste alla Scissione? Scrivetelo nei commenti.
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